Recenti scoperte scientifiche hanno portato a una nuova comprensione della formazione dei pianeti, sfidando teorie consolidate da decenni. Utilizzando i dati del Telescopio Spaziale James Webb, un team di ricercatori ha risolto un mistero che risale a oltre vent’anni fa, originariamente sollevato dal Telescopio Spaziale Hubble. Nel corso della loro indagine, i ricercatori hanno esaminato stelle in una galassia vicina, caratterizzate da una carenza di elementi pesanti.

I risultati hanno rivelato che queste stelle possiedono dischi di formazione planetaria che sono più antichi rispetto a quelli delle stelle giovani nella nostra galassia. Secondo quanto dichiarato da Edoardo Dei, ricercatore presso il Centro Europeo di Ricerca e Tecnologia Spaziale e autore principale dello studio, “Grazie al Webb, abbiamo una conferma solida di ciò che Hubble aveva osservato, spingendoci a riconsiderare i nostri modelli di formazione planetaria e sviluppo precoce nell’universo giovane.” La ricerca ha anche dimostrato che anche le stelle più antiche esaminate continuano a raccogliere gas e presentano dischi attorno a loro.

Questo supporta le osservazioni fatte da Hubble negli anni 2000, secondo cui stelle di decine di milioni di anni mantengono ancora i loro dischi di formazione planetaria, contrariamente a quanto si pensava in precedenza, ovvero che questi dischi si dissipassero dopo solo pochi milioni di anni. I ricercatori hanno proposto che la longevità di questi dischi potrebbe essere attribuita a diversi fattori. Una teoria suggerisce che la scarsità di elementi pesanti aiuti i dischi a resistere alla pressione della radiazione proveniente dalla stella, che altrimenti li disperderebbe rapidamente. Un’altra possibilità è che le stelle simili al Sole emergano da enormi nubi di gas, le quali impiegano più tempo a dissiparsi a causa delle loro dimensioni.

Elena Sabbi, scienziata principale presso il National Science Foundation’s Gemini Observatory, ha spiegato: “Con una maggiore quantità di materia attorno alle stelle, il processo di accrescimento si estende su un periodo più lungo. I dischi possono impiegare dieci volte più tempo per scomparire.” Questi risultati hanno implicazioni significative per la formazione dei pianeti e per i tipi di architetture dei sistemi planetari che possono svilupparsi in ambienti diversi.

Questa ricerca non solo offre nuove prospettive sulla formazione dei pianeti ma fornisce anche indizi preziosi sulle origini del nostro sistema solare, che ha circa 4,6 miliardi di anni. Con il Telescopio Webb che continua a svelare i segreti dell’universo, il futuro della ricerca astronomica appare estremamente promettente.

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