L’Australia si prepara a mettere in atto uno dei piani più ambiziosi al mondo per contrastare le truffe digitali, ma i costi per le piattaforme digitali e le banche potrebbero superare i 100 milioni di dollari. Secondo un’analisi dell’Australian Treasury, il nuovo quadro normativo introdotto dal governo Albanese prevede costi significativi per l’implementazione e il mantenimento delle misure anti-truffa.
Cifre e costi delle riforme
Il modello elaborato dal Treasury stima che:
- Le banche, in particolare quelle di piccole dimensioni e a capitale straniero, dovranno investire 101 milioni di dollari nel primo anno e 32 milioni ogni anno successivo.
- Le piattaforme digitali, comprese quelle di social media e advertising online, affronteranno costi di 106 milioni nel primo anno e 42 milioni annuali in seguito.
- Le compagnie di telecomunicazioni, invece, avranno costi inferiori: 22 milioni iniziali e 14 milioni all’anno.
Queste spese mirano a prevenire nuove perdite, come quelle record di 3,1 miliardi di dollari subite dagli australiani nel 2022 a causa delle truffe. Si stima che circa 500.000 persone, pari al 2,5% della popolazione, siano state vittime di queste frodi.
Le misure del nuovo quadro normativo
Il disegno di legge, introdotto a novembre 2024 e sostenuto in linea di principio anche dall’opposizione, prevede che banche, piattaforme digitali e operatori telefonici adottino misure rigorose per:
- Prevenire e rilevare le truffe.
- Segnalare e condividere dati con il governo e tra aziende.
- Intervenire e rispondere rapidamente alle minacce.
Chi non si adeguerà rischierà sanzioni multimilionarie.
Sfide e critiche del settore
Nonostante il sostegno generale agli obiettivi del piano, ci sono preoccupazioni sui costi e sull’efficacia delle misure. L’Australian Banking Association (ABA) e la Customer-Owned Banking Association (Coba) hanno evidenziato che requisiti di reporting eccessivi potrebbero sottrarre risorse preziose per la prevenzione attiva.
Anche il settore tecnologico, rappresentato dal Digital Industry Group Inc (Digi), teme che le nuove regole possano ostacolare attività legittime e ritardare i risarcimenti alle vittime, come già avvenuto in altri paesi.
Un primo passo importante
Il governo ha già investito 180 milioni di dollari per combattere le truffe e, per la prima volta dal 2016, le perdite sono diminuite. Tuttavia, il successo a lungo termine dipenderà dall’efficacia delle riforme e dalla collaborazione tra aziende, governo e consumatori.
Con una stretta normativa sempre più necessaria, l’Australia si pone come modello globale per affrontare le truffe digitali, ma la sfida sarà garantire che le misure adottate siano sostenibili e bilanciate.