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Silvio Binca e The handYcapped: quando l’inclusione passa dai videogiochi e dai libri digitali

Dario Fadda Agosto 25, 2025

C’è chi vede la disabilità come un limite. E c’è chi, come Silvio Binca, venticinquenne affetto da una rara desminopatia che lo costringe alla sedia a rotelle e al supporto ventilatorio 24 ore su 24, ha deciso di trasformare la propria condizione in un motore di innovazione sociale e tecnologica.

Fondatore dell’associazione The handYcapped, Binca sta portando avanti un progetto di normalizzazione della disabilità che punta dritto al cuore della cultura digitale: libri da colorare inclusivi, un e-commerce di merchandising solidale e, soprattutto, il primo videogioco arcade al mondo con protagonisti in sedia a rotelle.

L’idea di base è semplice ma potentissima: se vogliamo che la disabilità smetta di essere un tabù, dobbiamo farla entrare negli spazi che abitiamo ogni giorno. Anche in quelli virtuali.

“La disabilità non è un limite, ma una condizione da normalizzare”, racconta Binca in un’intervista esclusiva. “Con The handYcapped vogliamo creare contenuti educativi, culturali e soprattutto digitali che portino un impatto reale.”

Uno degli strumenti più interessanti è già realtà: si tratta del The handYcapped Colourbook, un libro da colorare interamente dedicato a personaggi in carrozzina. L’obiettivo è far sì che i bambini – con o senza disabilità – crescano con un’idea di diversità più naturale e inclusiva. Il riscontro è stato straordinario, tanto che diverse scuole hanno iniziato a adottarlo come strumento didattico.

Ma è sul fronte tech che Binca e il suo team stanno spingendo più forte. Il progetto più ambizioso è infatti un videogioco arcade, attualmente in fase di crowdfunding, ispirato a titoli come Subway Surfers e Mario Kart, ma con una caratteristica unica: tutti i personaggi giocabili si muovono su sedie a rotelle “super accessoriate”.

Non si tratta di un esperimento di nicchia o di un’operazione di tokenismo. Il gioco vuole essere divertente, frenetico, tecnicamente solido – un prodotto che regga il confronto con i grandi titoli indie del mercato. L’idea è che l’inclusione passi anche attraverso la qualità dell’esperienza utente, non solo attraverso il messaggio.

“Vogliamo che i giocatori, disabili e non, vedano la sedia a rotelle come un mezzo, non come un ostacolo”, spiega Binca. “E vogliamo farlo senza pietismi, con autenticità.”

Il videogioco – che al momento non ha ancora un titolo ufficiale – potrebbe aprire la strada a un nuovo standard nel mondo del gaming, un’industria che solo recentemente ha iniziato a interrogarsi su rappresentazione e accessibilità. Basti pensare all’introduzione di opzioni per il rimappaggio dei controlli, sottotitoli personalizzabili o modalità di difficoltà alternative in titoli come The Last of Us Part II o Forza Horizon 5. The handYcapped punta a fare un passo in più: non solo rendere i giochi accessibili, ma renderli rappresentativi.

Oltre al videogioco, l’associazione sta lavorando a un libro illustrato digitale con protagonista un astronauta in sedia a rotelle che esplora il sistema solare – un modo per abbattere un altro stereotipo, quello che vorrebbe le persone disabili escluse dalle professioni ad alto impatto tecnico-scientifico.

Anche il sito web di The handYcapped è in fase di restyling completo, con l’obiettivo di diventare una piattaforma di e-commerce solida e scalabile, in grado di generare fondi da reinvestire in progetti e nella ricerca sulla desminopatia.

Quello di Binca è un approccio che unisce visione sociale e competenza digitale, dimostrando che l’inclusione può – e deve – essere costruita anche attraverso strumenti tecnologici innovativi. E che la disabilità, quando viene raccontata con rispetto e senza retorica, può diventare un volano di creatività e cambiamento.

Perché, come ricorda lui stesso: “Se non c’è differenza, non c’è relazione”. E oggi più che mai, è proprio nella relazione tra tecnologia e umanità che si gioca il futuro dell’inclusione.

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