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2025, Taylor Swift su cassetta: il futuro che non ci aspettavamo

Dario Fadda Agosto 26, 2025

Taylor Swift ha appena pubblicato il suo nuovo album Life of a Showgirl anche su cassetta. Non si tratta di un’operazione di marketing isolata: il ritorno dei supporti analogici, dai nastri ai vinili, passando per i Game Boy restaurati e le vecchie Amiga rianimate, segna un paradosso curioso. In un’epoca dominata dallo streaming, dal cloud e dagli update forzati, il futuro sembra guardarsi indietro, riscoprendo le tecnologie imperfette e fragili del passato.

Un sondaggio condotto nel Regno Unito rivela che una persona su quattro conserva ancora cassette e lettori MP3, e che un quinto del campione non ha mai abbandonato le collezioni di VHS. Non è soltanto nostalgia: un terzo degli intervistati continua a utilizzare questi dispositivi, anche solo sporadicamente. Televisori con teletext, walkman e console a otto bit si trasformano così in oggetti di culto, veri e propri feticci culturali che riscrivono il rapporto tra passato e presente tecnologico.

Dietro questa riscoperta non c’è soltanto l’emozione di un ricordo. La vecchia elettronica, spesso costruita con standard più robusti, sopravvive dove smartphone e laptop moderni si guastano dopo pochi anni. Schede madri con componenti passanti, saldature accessibili e architetture semplici permettono interventi di restauro che sarebbero impensabili sulle multilayer PCB dei device odierni. In altre parole: il vintage non è solo estetica, è anche resilienza.

Intorno a questo revival si muove un ecosistema di artigiani digitali. Luke Malpass, partito da semplici customizzazioni di scocche Game Boy, ha trasformato il suo hobby in un business globale: console con display rinnovati, audio migliorato e batterie moderne, ma con CPU e board originali. Altri spingono più in là i confini, come i maker che sfruttano la stampa 3D e i single board computer per creare ibridi rétro-contemporanei. Il progetto Fujinet, ad esempio, dona a vecchi sistemi a otto bit un modulo Wi-Fi con stack TCP/IP completo, portando in rete macchine nate ben prima che Internet diventasse mainstream.

Ma la nostalgia ha un prezzo. Il boom del vinile ha reso i dischi costosi e sempre meno accessibili alle nuove generazioni, trasformando quello che era un supporto popolare in status symbol. Lo stesso accade oggi con fotocamere digitali dei primi anni Duemila o con le console da collezione, i cui prezzi lievitano sull’onda della domanda. Aziende come Retrospekt tentano di mantenere un equilibrio: smontano hardware d’epoca, recuperano pezzi funzionanti e producono nuove scocche tramite stampaggio, cercando di rendere queste tecnologie nuovamente utilizzabili, senza trasformarle in oggetti elitari.

Il Vintage Computer Festival in California registra un pubblico eterogeneo: chi ha vissuto l’epoca del Commodore 64 e chi, nato vent’anni dopo, cerca di “rivivere un passato mai vissuto”. Per Michelle Diederich, organizzatrice dell’evento, il fascino del retrò risiede nella sua identità: ogni macchina racconta una storia, a differenza degli attuali laptop uniformi, progettati per essere dimenticati più che ricordati. È difficile immaginare qualcuno tra vent’anni che si emozioni di fronte a un ultrabook anonimo, come oggi accade con un Amiga 1200 o un walkman Sony.

Il ritorno delle vecchie tecnologie solleva anche un punto critico: la sicurezza. Molti dispositivi d’epoca non erano progettati per connettersi a reti moderne, e i modding che li riportano online espongono vulnerabilità che un tempo non esistevano. È il rovescio della medaglia di un movimento che si nutre di hacking creativo e spirito di comunità, ma che convive con rischi non trascurabili.

Il successo delle cassette di Taylor Swift, dunque, non è solo un’operazione nostalgica. È il sintomo di una cultura che rivaluta il passato come rifugio dall’obsolescenza programmata, come resistenza al digitale immateriale.

La vera domanda è se tra vent’anni qualcuno proverà la stessa malinconia per un iPhone 14 o per un laptop di massa, o se la nostalgia resterà appannaggio esclusivo di nastri, cartucce e macchine che hanno reso tangibile il rapporto con la tecnologia.

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