Il caso di Barrett Brown continua.
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Barrett Brown è l’ormai famoso attivista e autoproclamato portavoce anonimo, che si era dichiarato non colpevole per tutti i 12 capi d’accusa presentati contro di lui. Brown era stato indagato alla fine del 2011 per il suo ruolo nella hack che mira a Stratfor.
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L’accusa sostenne che egli violò la legge inviando su un canale IRC un link con un file che contineva i dettagli di oltre 5.000 carte di credito rubate da Stratfor: informazioni sensibili che, sempre secondo l’accusa, egli non solo deteneva ma che avrebbe pure condiviso con altri.
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Ora la madre è stata accusata di aiutare Brown a nascondere un computer portatile all’ FBI e lei stessa si è dichiarata colpevole delle accuse mosse contro di lei.
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L’Observer Dallas riporta che Karen McCutchin affrontarà una pena massima di 12 mesi di carcere e 100.000 dollari (78.000 euro) di multa, come previsto dal patteggiamento.
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McCutchin è stata coinvolta nel caso del figlio il 6 marzo 2012, quando la casa di Brown è stata perquisita dall’FBI. Dal momento che, in quell’occasione, gli agenti non trovarono tutti i computers dell’uomo, si racarono a casa della madre ma senza un mandato, sperando che la donna li avrebbe fatti entrare ma così non accadde.
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McCutchin infatti non li fece entrare dunque, poche ore dopo, l’FBI tornò con un mandato e trovò quello che cercava.
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Brown andrà incontro ad accuse pesanti, tra cui quella di aver minacciato un agente dell’FBI, e quella relativa al Stratfor hack.