L’uso precoce degli smartphone tra i bambini è diventato un tema caldo a livello globale, sollevando preoccupazioni sulla salute, il benessere e lo sviluppo sociale dei più piccoli. Paesi di tutto il mondo, scrive The Guardian oggi, stanno adottando soluzioni diverse, che spaziano da leggi stringenti a iniziative comunitarie, per affrontare questa sfida.

Australia: leggi pioniere contro i social media

L’Australia ha fatto notizia introducendo una legge che vieta ai minori di 16 anni l’accesso ai social media. Questa normativa, la prima del suo genere, mira a proteggere i bambini dai rischi online e a favorire attività all’aperto. Le piattaforme saranno responsabili della verifica dell’età tramite tecnologie come il riconoscimento facciale e il controllo comportamentale degli account. Chi non si conformerà rischia multe fino a 50 milioni di dollari australiani. Il primo ministro Anthony Albanese ha sottolineato l’importanza di restituire ai bambini “un’infanzia autentica”.

Spagna: iniziative comunitarie e nuove regole

Il governo spagnolo sta lavorando per alzare a 16 anni l’età minima per aprire account sui social media, proponendo sistemi di verifica obbligatori e campagne educative nazionali. Intanto, iniziative locali come il gruppo “Adolescencia Libre de Móviles” stanno guadagnando terreno, incoraggiando le famiglie a ritardare l’introduzione dello smartphone per i propri figli. In Paesi Baschi, il progetto “Altxa Burua” offre soluzioni pratiche, come permettere ai bambini di usare telefoni messi a disposizione da negozi locali in caso di emergenza.

Francia: rapporti e raccomandazioni presidenziali

Emmanuel Macron ha commissionato un rapporto per limitare l’accesso agli smartphone sotto i 13 anni e vietare i social media fino ai 18. Gli esperti hanno evidenziato i danni causati dai dispositivi, inclusi problemi di vista, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Il presidente ha promesso di trasformare queste raccomandazioni in azioni concrete.

Italia: divieti a scuola

Dal settembre scorso, l’Italia ha vietato completamente l’uso di smartphone e tablet nelle scuole primarie e secondarie, sia per scopi didattici che personali. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha sostenuto che questa misura riduce i conflitti in classe e promuove una migliore interazione tra studenti e insegnanti. Una petizione mira anche a vietare i telefoni per i minori di 14 anni e i social media sotto i 16.

Germania: approccio decentrato

In Germania, non esiste una politica nazionale, ma molte scuole vietano l’uso dei telefoni durante le lezioni e le pause. Il presidente dell’Associazione Pediatri Tedeschi, Thomas Fischbach, sostiene che nessun bambino sotto gli 11 anni dovrebbe avere uno smartphone, a causa dei potenziali danni psicologici. Tuttavia, la frammentazione del sistema educativo tedesco ostacola un’azione uniforme.

Nessuna soluzione sembra essere la “formula magica”, è chiaro che il dialogo su come bilanciare tecnologia e benessere dei bambini è più vivo che mai. Ogni iniziativa, che si tratti di leggi, campagne educative o sforzi comunitari, contribuisce a plasmare un futuro in cui i più giovani possano vivere un’infanzia più sana e libera dai rischi legati agli schermi.

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